di Roberto Cecchini
Io sono una guida per i miei ragazzi. A volte mi sento dire che sono duro. Mi sento il dito addosso.
Ci sono momenti in cui potrei aiutarli e scelgo di non farlo.
Certo…. vigilo. Non voglio che accada nulla di pericoloso. Nulla di irreparabile.
E’ però il mio ruolo che mi impedisce di andare in soccorso ad ogni piagnucolio. E’ il bene che gli voglio che me lo vieta.
Molti genitori spesso si sentono in dovere di intervenire nei processi di crescita dei propri figli, cercando di evitare loro qualsiasi tipo di difficoltà o di frustrazione. Tuttavia, intervenire in questo modo potrebbe avere conseguenze negative sulla formazione dei ragazzi, impedendo loro di sviluppare alcune importanti capacità.
Lasciare ai ragazzi la possibilità di cadere e rialzarsi, di fronte alle difficoltà della vita, è un passaggio fondamentale per la loro crescita e la loro formazione. Attraverso l’esperienza dell’attesa e del confronto con le difficoltà, i ragazzi imparano a sviluppare la propria autonomia e a gestire le proprie emozioni.
Lasciare ai ragazzi la possibilità di affrontare le difficoltà e superarle da soli, senza l’aiuto dei genitori, può aiutarli a sviluppare una maggiore fiducia in se stessi e una maggiore capacità di risolvere i propri problemi.
L’attesa può essere un’esperienza formativa anche per i genitori stessi, che imparano a fidarsi dei propri figli e a rispettare i loro tempi di crescita. Questo può aiutare a costruire un rapporto di fiducia reciproca tra genitori e figli, fondamentale per una crescita equilibrata e serena.
Lasciare ai ragazzi la possibilità di cadere e rialzarsi, di fronte alle difficoltà della vita, è un passaggio fondamentale per la loro crescita e la loro formazione. I genitori devono imparare a fidarsi dei propri figli e a rispettare i loro tempi di crescita, senza cercare di evitare loro qualsiasi tipo di difficoltà o di frustrazione. Solo in questo modo i ragazzi potranno sviluppare la propria autonomia e la propria capacità di gestire le difficoltà della vita.
