Far sbocciare un talento

FIBA-ASSIST-45-240Ho allenato giocatori che hanno raggiunto ottimi traguardi in termini di carriera cestistica. Su alcuni di questi giocatori il mio apporto da allenatore è stato pari allo zero.

Non posso certo arrogarmi il diritto di dire che se non li avessi allenati, non avrebbero raggiunto i risultati che hanno ottenuto.


Sono esistiti, sussistono, e continueranno ad esserci persone alle quali la natura ha donato un talento unico, spesso ineguagliabile. Alcuni giocatori hanno necessità solo di mangiare due volte al giorno per diventare campioni.

Il mio ruolo principale è quello di aiutare gli altri, cercando nel limite del possibile di non rallentare la crescita di un “predestinato” nei rari casi ho la fortuna di avere un “talento” nella squadra.

talento

Il più delle volte mi sono trovato ad allenare giocatori con qualità “normali”. Il mio compito di allenatore è quello di sviluppare le qualità intrinseche di ogni soggetto cercando di insegnare il gioco della pallacanestro nel modo più giusto.

Sovente mi sento dire che ai giocatori deve essere data la possibilità di maturare le proprie esperienze in modo indipendente in maniera da lasciarne sviluppare la capacità di strutturare autonomamente il proprio sistema di agire tecnico.

Il ragionamento, dal punto di vista teorico, non fa un grinza. Il problema nasce al lato pratico: Non funziona.

E’ un enorme racket: vi vendono qualche cosa che non funziona e poi danno la colpa a voi!

Non crediate che non ci abbia provato. Sarebbe assurdo dire che, il metodo dell’autoapprendimento tecnico non funziona se non lo avessi sperimentato e valutato in termini di efficacia e rapidità di effetto.

FIBA-ASSIST-45-106Potrebbe anche poter funzionare, se inserito in un sistema organico scolastico che a partire dal sistema educativo scuola infantile, prosegue all’istruzione  primaria e secondaria in una programma prestabilito e portato avanti senza interruzioni. Nel nostro paese è utopico e quindi irrealizzabile.

Sono un allenatore. Il mio compito è quello di insegnare. Istruisco giocatori perché  quello che loro si aspettano da me è proprio questo.

E’ chiaro che cercherò di farlo nella maniera più coinvolgente possibile. Logico che lo farò nel modo più appassionante.

Di sicuro non demanderò al giocatore la responsabilità unica della sua crescita.

Il giocatore di basket non esegue movimenti comunemente svolti nelle attività quotidiane. Gesti, azioni, portamenti, atteggiamenti tipici di un atleta che gioca una partita di pallacanestro non sono riscontrabili nelle comuni funzioni che una persona svolge normalmente. E’ quindi logico pensare che gli automatismi e i sincronismi legati al gioco debbano essere insegnati.

FIBA-ASSIST-45-118Le colonne portanti, l’ossatura di tutto ciò che lega il giocatore al gioco sono i fondamentali individuali: Tiro, Palleggio, Passaggio. Non si imparano da soli, non si correggono in autonomia, e non se ne riesce ad acquisirne la comprensione dell’efficacia senza un allenatore a supporto.

Non ho mai scantonato dalle mie responsabilità. Ho sempre rifiutato le etichette che persone esterne alla mia organizzazione hanno dato ai miei giocatori e alle mie squadre. Ho sempre analizzato in fase critica i miglioramenti tecnici dei miei giocatori. Mi sono però sempre interrogato quando i miglioramenti tardavano ad arrivare e ho sovente dovuto correggere i miei programmi. Di sicuro non ho mai voluto recitare la parte dell’intrattenitore stile villaggio turistico, anche se l’approccio da giocherellone crea molti meno problemi ma di sicuro non permette crescita delle caratteristiche tecniche del giocatore.

I giocatori vogliono migliorare. Scelgono il Basketball con la speranza di poter riuscire a giocarlo con efficacia per raggiungere risultati. Si aspettano che il loro allenatore insegni loro come fare a raggiungere l’obiettivo. Ogni anno una miriade di giocatori si iscrivono a camp estivi che promettono incremento dell’efficacia dei fondamentali individuali. Alcuni di questi camp sono peraltro molto ben strutturati e mantengono anche le promesse. Altri sono solo luoghi di incontro ludico.

FIBA-ASSIST-45-229Il Basket è gioco di automatismi ma non giocato da automi. Apprendere il buon uso di un fondamentale non significa rinchiudere il giocatore in una gabbia che si è auto costruito. Occorre che il tiro, il passaggio ed il palleggio siano eseguiti in modo preciso, che non comporti il violare le norme imposte dal regolamento e che porti beneficio al singolo e conseguentemente alla squadra.

La correzione di un movimento non perfettamente eseguito è una grave pecca per l’allenatore. L’approssimazione e la mancata ricerca della perfezione diventa il limite del coach. Il limite dell’allenatore è la frontiera di apprendimento al miglioramento del giocatore, della propria squadra e del movimento cestistico in generale.

Roberto Cecchini

 

Autore: Roberto

Allenatore Nazionale

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