Dodecalogo dell’istruttore

Dodecalogo dell’istruttore: i precetti fondamentali

Foto: cortesia https://firstshotbasketball.com/

Piccolo promemoria a mio uso e consumo. Dodici punti che non devo mai dimenticare.

Questi sono i fondamentali del Coach per chi allena ragazzi dagli 11 ai 14 anni.

  1. Avere Buon Senso
    • Equilibrio;
    • Maturità;
    • Sicurezza;
    • Rispettare gli altri e farsi rispettare.
  2. Possedere fantasia nel programmare le lezioni:
    Variare continuamente le situazioni da proporre, facendo in modo che gli allenamenti diventino piacevoli e divertenti.
    Fondamentale programmare l’attività da svolgere a vari livelli:

    • Macrociclo (annuale);
    • Mesociclo (mensile);
    • Microciclo (settimanale).
      E’ importante preparare un diario di lavoro dove annotare le lezioni svolte, le osservazioni fatte e le impressioni avute durante il lavoro.
      Sarebbe positivo far tenere anche agli allievi un diario per verificare come sono state recepite le proposte fatte.
      La programmazione deve essere “per obiettivi” che devono essere:
    • Iniziali;
    • Intermedi;
    • Finali.
      verificando, di volta in volta, il raggiungimento di tali obiettivi.
      I canali dell’apprendimento sono percentualmente:
    • 83% visivo;
    • 13% uditivo;
    • 1% tattile.
      è fondamentale che l’istruttore sappia gestire bene la sua posizione in campo ed usare bene la voce.
      Importante è il rapporto di comunicazione tra l’istruttore e l’allievo per poter trasmettere le proprie competenze in modo comprensibile:
      in un rapporto di comunicazione abbiamo:
    • Colui che comunica;
    • Colui che riceve la comunicazione;
    • Il messaggio che intercorre tra chi comunica e chi riceve.
      I punti principali da rispettare nella comunicazione sono:
    • Attenzione: si suscita presentando sempre cose diverse, interessanti, curiose;
    • Motivazione: è la forza che spinge un soggetto ad apprendere.
  3. Usare un linguaggio comprensibile:
    nella comunicazione bisogna parlare in modo da farsi capire. Per poterlo fare occorre padroneggiare la materia.
  4. Entrare in campo sereni:
    Quando l’istruttore entra in palestra deve lasciare i propri problemi personali “fuori dalla porta” e rivolgere la propria attenzione agli allievi.
  5. Sorridere:
    Utilizzare gli errori come aspetti positivi: dare feedback positivi per favorire l’apprendimento. Fare molta attenzione al linguaggio non verbale.
  6. Gratificare i giocatori:
    Elogiare chi si impegna, ricordarsi di dare rinforzi positivi a tutti i giocatori. E’ l’unico modo per poter verificare nel tempo i progressi dei giocatori.
  7. Evitare le punizioni:
    La punizione non serve a niente: non migliora l’apprendimento ma lo peggiora. Se si verifica un errore non sempre è colpa degli allievi. Spesso vuol dire non essere riusciti a comunicare efficacemente con loro.
  8. Evitare i tempi morti:
    Cercare di evitare, per quanto possibile, i tempi morti che derivano dalle continue correzioni date interrompendo le azioni di gioco e da prolisse spiegazioni.
  9. Motivare ogni esercizio:
    Far capire a cosa serve un esercizio, quando si deve fare e il modo giusto per eseguirlo.
    Bisogna creare giocatori pensanti e fornire a tutti le possibilità di sbagliare per migliorare fornendo esercizi come problemi da risolvere e non come semplici nozioni da ricordare.
    Diamo fiducia ai ragazzi per evitare di stroncare la loro creatività costringendoli a fare quello che vuole l’istruttore.
    Dal punto di vista metodologico, bisogna porre situazioni che vanno dal semplice al difficile e dal conosciuto allo sconosciuto.
    L’importante è gestire in modo ottimale il carico di lavoro per evitare sovraccarichi che gli allievi non sono in grado di sopportare e che inducono ad una elevata stanchezza psico-mentale che provoca, di conseguenza, numerosi errori.
    programmare le lezioni e valutare continuamente, stabilendo i tempi di recupero individuali dei giocatori.
    Il lavoro in palestra deve essere modulare.
  10. Nei primi 5 minuti i ragazzi devono essere lasciati liberi:
    lasciare liberi i giocatori predispone positivamente il gruppo. E un modo per osservarli e valutare anche quale approccio e taglio dare alla lezione. Non tutti i giorni sono uguali. Questo vale per chiunque.
  11. Allenare attraverso la didattica e non attraverso il tatticismo:
    lavorare sempre in progressione didattica evitando di utilizzare gli esercizi senza criterio e logica.
  12. Intrattenersi dopo l’allenamento con i ragazzi:
    Questo favorisce la creazione di un dialogo e di un raporto di comunicazione con gli allievi

Roberto Cecchini

Autore: Roberto

Allenatore Nazionale

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