Allenare: faccio a modo mio

AllenareAllenare?  Faccio a modo mio.

Sulla tessera federale, faticosamente guadagnata, campeggia la parola ALLENATORE.

Non c’è scritto “selezionatore”, “reclutatore”, “stratega”. Non c’è neppure scritto che debba per forza equipararmi alla maggioranza o che debba obbligatoriamente livellarmi a quello che viene proposto altrove.

Mi rivolgo ai giocatori con le parole che avrei voluto che “un” mio allenatore mi avesse detto a suo tempo. Motivo con la forza che avrei desiderato che un coach mi avesse dedicato.

Tutti sanno come è bello giocare. Io so quanto è brutto non giocare.

Quando alleno voglio dare tutto me stesso per regalare gli strumenti per poterlo fare. Non mi basta lavorare con i giocatori per fornire le basi. Lavoro fin dal primo giorno per portare tutti all’eccellenza.

Negli ultimi anni, ho studiato moltissimo per analizzare quali e quanti siano i processi che portano al miglioramento del giocatore. Ho sviluppato ancor più di prima la convinzione che la parte tecnica, la componente fisica, il coefficiente atletico e la forza mentale dovessero essere incrementati in egual misura. Il miglioramento del giocatore deve intendersi quale evoluzione dell’atleta attraverso l’incremento di tutte le peculiarità tecniche-fisiche-atletiche-mentali.

mag_0301-209Quando parlo di forza mentale indico quel settore spesso trascurato in fase di allenamento ma così tanto ricercato nelle partite. Tutti vogliono giocatori in grado di prendersi le responsabilità; ognuno vuole il giocatore “totale”. Quanti però lavorano quotidianamente per ottenerlo? Quanti hanno un progetto per aiutare i propri atleti a procurarsi questa dote caratteristica? Qui il DNA non c’entra nulla. Tutti nascono emettendo un vagito. Tutti.

Sono le esperienze che si fanno nella vita che formano il carattere. Sono gli sforzi che formano il fisico ed è la capacità di perseverare che genera l’Uomo. quello con la “U” maiuscola.

Dicevo… sono un Allenatore: Alleno.

Come devono essere i miei allenamenti? Cosa devo far svolgere ai miei giocatori? Sono consapevole di quello che faccio? Conosco quali conseguenze provoca il mio continuo interagire con i ragazzi?

Abbiamo poco tempo. Vediamo solo per poche ore alla settimana i nostri giocatori. A cosa dobbiamo puntare quindi in maniera principale quando alleniamo?:
Fondamentali? Gioco di squadra? Tattica? Preparazione Atletica? Mentalità?

La mia risposta è: TUTTO.

Un esercizio non è allenante se non presuppone il fatto di toccare tutte le componenti sopracitate. Ne manca una tra queste?: esercizio inutile! Esercizio sbagliato! Tempo buttato che non ritornerà mai più.

Non sopporto nel vedere esercizi fini a se stessi. Se non riprendono una situazione da partita e non sfidano la risoluzione di un problema reale non li propongo. Non posso permettermi di bruciare i pochi momenti con i quali mi trovo con i miei giocatori.

FIBA-ASSIST-45-25Il più semplice esercizio, a partire da quello di “riscaldamento” o di ball-handling può trasformarsi in un allenamento di condizionamento fisico o mentale. Qualsiasi esercizio di palleggio, passaggio, tiro, può essere efficace per incrementare le qualità fisiche e atletiche. Occorre però imprimerlo e far di tutto per ottenere il massimo risultato.

Cerco sempre di dimostrare quello che insegno. Anche a fatica. Anche se non potrò mai eseguirlo al massimo della velocità, dovrò saperlo palesare al massimo della perfezione stilistica.

Spiegazione – Dimostrazione – Correzione. Queste sono le basi. Non si può prescindere da questi tre fattori. Tre componenti che fanno stare in equilibrio l’esercizio. Ne manca uno e l’esercitazione non sta più in piedi. Crolla tutto.

Pretendo il massimo. Massima velocità di esecuzione. Estrema intensità. Assoluta attenzione al particolare.

Non insisto molto sullo stesso esercizio. Quando ho capito che è stato assimilato: STOP. Si passa ad un altro. Si va avanti in progressione didattica. Si richiede ancora di più. Un altro passo avanti.

E’ stressante tutto questo? Beh… si, lo è.

FIBA-ASSIST-45-29Quando ero un giovane allenatore andavo a scopiazzare quello che facevano gli altri coach. Lo proponevo alle mie squadre con orgoglio pensando che sarebbe bastato far eseguire quell’esercizio per garantirmi il medesimo risultato.

Con l’andare del tempo, dopo aver più volte battuto la faccia sulle evidenze e sui fatti, ho capito che era meglio percorrere altre strade.

Lo studio della fisiologia, l’approfondimento delle teorie sull’allenamento e l’osservazione critica dei progressi dei miei giocatori sono stati la base per poter creare il mio modo di allenare. Modo che è perennemente in evoluzione nel tentativo di ottenere massimi vantaggi.

Voglio giocatori forti. Voglio atleti fisicamente preparati. Voglio che possano togliersi le loro soddisfazioni nel mondo dello sport e poterle traslare nella vita reale.

Per tutto questo faccio l’Allenatore.

Roberto Cecchini

Autore: Roberto

Allenatore Nazionale

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